L’area dei Gorghi di Trecenta, oggi zona SIC (Sito di Interesse Comunitario), comprende un complesso di zone umide, situate in depressioni naturali del terreno e ancor oggi alimentate dalle risorgive di un paleoalveo del Po.
Queste cavità si sono formate lungo il cosiddetto “Argine della Sposa” in seguito al sormonto di acque alluvionali del fiume Tartaro, dando vita a una zona naturalistica di circa 19 ettari, particolarmente ricca di vegetazione e fauna lacustre. Si tratta dunque di relitti di antiche e devastanti alluvioni.
Il più celebre è il “Gorgo della Sposa”. Il suo nome deriva da una leggenda locale che tramanda la tragica storia di una giovane ragazza che, innamorata di un ragazzo povero, preferì morire nelle acque del gorgo piuttosto che sposarsi con un ricco signore a cui la famiglia l'aveva promessa in sposa.
Ancor oggi, secondo la leggenda, si possono sentire i lamenti del fantasma della ragazza durante le notti senza luna.
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